Telephone Box

 

There was a time, not so long ago, when making calls were not used cell phones.
There were no cell phones, the ringing of the "I think about you" or "I'm here, come down," the text message to the mother to say "I came," and even whatsapp conversations, often meaningless and also endless.
The phones there were but only in homes, hey had the wheel and had to wait for it complimented back around before making the other number.
In reality outside the home and on the road you could call. It was done by telephone boxes, for which, at least until the mid 80s, served as the token.
The problem arose when we had to change because no one knew what would last the call. There it was a little to the feeling, depending on the call. Depending on the person. To avoid ending the token at the climax.
It was not  the time of ringtones and mobile phones. At that time one entered in the telephone box that seemed confessional and guardians of some secret.
They were containers of distances, whispered loves, families apart.
I have not lived but were different times, the best. Times where those seconds, minutes, hours spent attached to the handset knew excite. The calls had a different flavor. Sweet, like the words of two people apart, with a little bitter aftertaste that due to waiting for the next call.
Not like now that every 3x2 comes a "BIP" that brings with it hearts, TVB, TAT, TV1KDB.
I want a K of that ?? But the simplicity where is it? And the values? Those true and sincere, attributed to everything? Dead. Buried. Like thelephone boxes, which to take me two photos, I was going to buy a plane ticket to London! And the thing I would have liked.

C'era un tempo, non molto lontano, in cui per telefonare non si usavano i cellulari.

Non esistevano i cellulari, gli squilli del "ti penso" oppure del "sono sotto casa, scendi", l'sms alla mamma per dire "sono arrivata" e neppure whatsapp con conversazioni spesso senza senso e pure infinite.

I telefoni esistevano ma erano solo nelle case, avevano la rotella e bisognava aspettare che si completasse a ritroso il giro prima di fare l'altro numero.

In realtà fuori casa e in viaggio si poteva telefonare. Lo si faceva dalle cabine telefoniche, per le quali, almeno fino alla metà degli anni '80, serviva il gettone che, a quell'epoca, valeva 200 lire.

Il problema sorgeva quando si doveva cambiare perchè non si sapeva quanto sarebbe durata la chiamata. Lì si andava un pò a sensazione, a seconda della chiamata. A seconda della persona. Per non rischiare di finire il gettone sul più bello.

No, non era il tempo delle suonerie e dei cellulari. A quel tempo si entrava nelle cabine che sembravano confessionali e custodi di chissà quali segreti. 

Erano contenitori di lontananze, di amori sussurrati, di famiglie distanti.

Non li ho vissuti ma erano tempi diversi, migliori. Tempi dove quei secondi, minuti, ore passate attaccati a quella cornetta sapevano emozionare. Le telefonate avevano un sapore diverso. Dolce, come le parole di due persone distanti, con quel retrogusto un pò amaro dovuto all'attesa della prossima chiamata.
Mica come ora che ogni 3x2 arriva un "BIP" che porta con se cuori su cuori, TVB, TAT, TV1KDB.
Mi vuoi un K di che?? Ma la semplicità dove è finita? E i valori? Quelli veri e sinceri, attribuiti ad ogni cosa? Morti. Sepolti. Come le cabine telefoniche, che per farmi due foto per poco mi toccava comprare un biglietto aereo per Londra! E la cosa non mi sarebbe dispiaciuta.

Hat: Borsalino

Coat: MAX&Co.

Shirt: Nara Camicie

Skirt: Krizia